L’Italia rafforza il proprio ruolo nel conflitto Nato-Russia


“C’è stata la richiesta da parte della Nato di prolungare per altri quattro mesi la missione dell’Aeronautica italiana in Lituania e noi abbiamo dato la nostra disponibilità”. L’annuncio della ministra Roberta Pinotti è giunto al termine del vertice dei Ministri della Difesa della Nato, tenutosi a Bruxelles il 5 e 6 febbraio scorso. L’Italia continuerà dunque ad essere in prima linea perlomeno sino ad agosto nelle operazioni aeree anti-Russia con quattro caccia multiruolo Eurofighter “Typhoon”, nell’ambito della Baltic Air Patrol (BAP), la missione Nato di pattugliamento e sorveglianza dello spazio aereo delle Repubbliche baltiche. “Era prevista una rotazione con un altro paese che doveva sostituirci, ma la Lituania si sente rassicurata dalla continuazione della nostra presenza”, ha spiegato Pinotti.

La missione dei caccia italiani nel Baltico ha preso il via il 1° gennaio dall’aeroporto militare di Šiauliai, in Lituania. I caccia, gli equipaggi e il personale provengono dal 4° Stormo dell’Aeronautica di Grosseto, dal 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari) e dal 37° Stormo di Trapani-Birgi. Le forze armate italiane hanno assunto il comando della BAP a cui sono assegnati anche quattro caccia Mig-29 delle forme armate polacche schierati a Šiauliai, quattro Eurofigheter spagnoli di base nell’aeroporto di Amari (Estonia), quattro cacciabombardieri belgi F-16 a Malbork (Polonia).

L’Eurofigter “Typhoon” in dotazione all’Aeronautica italiana è un caccia di ultima generazione con ruolo primario di “superiorità aerea” e intercettore. Con una lunghezza di 16 metri e un’apertura alare di 11, il guerriero europeo può raggiungere la velocità massima di 2 mach (2.456 Km/h) e un’autonomia di volo di 3.700 km. Il velivolo è armato di cannoni Mauser da 27 mm; bombe a caduta libera Paveway e Mk 82, 83 e 84 da 500 a 2.000 libbre e a guida GPS JDAM; missili aria-aria, aria-superficie e antinave a guida radar e infrarossa; missili da crociera MBDA “Storm Shadow”, con oltre 500 chilometri di raggio d’azione.

La Nato opera nei cieli delle Repubbliche baltiche dall’aprile 2004 sulla base di un accordo firmato con i governi di Estonia, Lettonia e Lituania. Nel 2010 Bruxelles aveva deciso di prorogare le missioni aeree sino alla fine del 2014, ma le Repubbliche baltiche hanno ottenuto un’ulteriore estensione della BAP sino al dicembre 2018. Originariamente l’Alleanza assegnava alla “vigilanza” del Baltico quattro caccia, forniti a rotazione dai Paesi membri; successivamente il contingente è stato prima triplicato e poi quadruplicato nel 2014 con lo scoppio del conflitto in Ucraina. Secondo il sito specializzato Analisi Difesa, ad oggi i caccia italiani hanno intercettato nei cieli dell’Est Europa due velivoli russi “sospetti”: il 30 gennaio un aereo cisterna e il 2 febbraio un cargo Ilyushin 76 Candid.

Al recente vertice dei ministri della Nato è stato approvato all’unanimità il piano che modifica le azioni d’intervento ai confini meridionali e orientali dell’Alleanza. Innanzitutto è stato deciso di triplicare il numero dei militari assegnati alla Response Force (NRF), la Forza congiunta di Rapido Intervento che così potrà contare sino a 30.000 unità. Sei i paesi che guideranno a rotazione la NRF: Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna, Polonia e Spagna. Il prossimo mese di giugno il Comando di Bruxelles definirà i dettagli logistici per i rafforzamento della task force, mentre la piena operatività sarà raggiunta solo dopo il vertice Nato di Varsavia previsto nel giugno 2016. Punta di lancia della NRF sarà la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF) che opererà principalmente in funzione anti-russa. “A Bruxelles abbiamo deciso di attivare questa forza di pronto intervento con la brigata di terra Spearhead di 5.000 militari circa”, ha annunciato il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “La Spearhead Force sarà supportata da forze aeree e navali speciali e, in caso di crisi maggiori, da due altre brigate con capacità di dispiegamento rapido”. La nuova brigata Spearhead potrà contare su sei centri di comando “immediatamente operativi” in Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Romania. “Se esplode una crisi, questi centri assicureranno che le forze nazionali e Nato, ovunque si trovino, possano agire subito”, ha spiegato Stoltenberg. “Essi renderanno ancora più rapidi i dispiegamenti, supporteranno la difesa collettiva e aiuteranno a coordinare l’addestramento e le esercitazioni”.
“L’Italia assicura il proprio supporto al processo di implementazione del RAP Readiness Action Plan (RAP), il piano di risposta operativa della Nato, nella certezza che garantirà all’Alleanza un insieme di strumenti idonei a rafforzare la cornice di sicurezza globale, soprattutto in risposta alle minacce derivanti dalla crisi tra Russia e Ucraina ed a quelle provenienti dall’area mediorientale e del Nord Africa”, ha dichiarato la ministra Roberta Pinotti. “Riguardo l’implementazione del RAP, all’Italia è stato chiesto di ricoprire il ruolo di Framework Nation per la costituzione della VJTF, la forza congiunta di pronto intervento basata sulla brigata Spearhead”.

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