Base Pluto, i conti non tornano: la denuncia del reporter Mazzeo


Al Festival No Dal Molin si parla del problema a monte dello stesso Dal Molin e della base Pluto tornata agli onori della cronaca: le servitù militari, che in Italia equivalgono agli insediamenti delle forze armate statunitensi e Nato. Relatore Antonio Mazzeo, giornalista siciliano che, oltre a indagare sulle collusioni fra mafia politica ed economia specialmente degli appalti e opere pubbliche (è autore di “I Padrini del Ponte” sullo Stretto, di questi giorni è la querela dal Comune messinese di Falcone per un articolo di denuncia), da quando era volontario pacifista nel Campo per la Pace di Comiso nel 1983 e cominciava a pubblicare i suoi primi pezzi sul Manifesto s’interessa del tema della militarizzazione del territorio (suo è anche un altro libro, “Sicilia armata”, sulle installazioni italiane, americane e Nato nell’isola).

A Vicenza c’è una delle sedi nevralgiche della suddivisione del mondo in zone geopolitico-militari da parte degli Usa: l’US Africom. Partiamo da qui.

Nei processi di ristrutturazione delle forze degli Stati Uniti nel mondo, a Vicenza nel 2008 è stato stabilito il comando di quelle terrestri per lo scacchiere africano, mentre la base centrale è in Germania. La decisione discende dalla trasformazione della vecchia Setaf, che aveva come quadrante l’Est, nell’ottica del trasferimento dell’attenzione verso il Sud del globo, partita ancor prima della fine della Guerra Fredda, nel 1974. A Napoli c’è il comando delle forze navali e a Sigonella le unità di pronto intervento dei Marines.

In pratica, per quanto riguarda le truppe di terra, quando scoppia una guerra nel continente africano gli ordini partono da Vicenza.

Esatto, il comando è già operativo, ad esempio in Somalia dove gli Stati Uniti forniscono consiglieri e addestramento alla forza internazionale, e nella zona dei Grandi Laghi dove opera qualche centinaio di unità. A Vicenza vengono anche addestrati i militari dei contingenti africani.

Le servitù militari, stando al titolo del dibattito di stasera, sono considerate una polveriera, una potenziale minaccia. In cosa consiste concretamente questa minaccia?

L’Italia è la punta di lancia di un sistema militare che nel nostro paese ha visto un’escalation a fronte di una de-militarizzazione negli altri paesi europei, e il suo territorio vede dei veri e propri “poli”, non più semplici basi singole: c’è Vicenza-Aviano, c’è il polo pugliese, c’è Sigonella-porto di Augusta-Niscemi, c’è la Sardegna, che è una discarica e un laboratorio di armi, c’è la Toscana con Pisa-Livorno, c’è Napoli. Questo significa che siamo proiettati su tutti i conflitti militari della zona africana e non solo, siamo in prima linea com’è già successo per i bombardamenti in Libia, e come reazione potremmo essere vittime del terrorismo internazionale. Poi ci sono anche pericoli per la sicurezza: per esempio la Sicilia è la capitale mondiale delle esercitazioni di aerei senza pilota, e questo comporta rischi per i voli civili, che tra l’altro vengono pure limitati di numero. Infine pensiamo all’impatto urbanistico, ambientale e idrico, a Vicenza come a Pisa. E non dimentichiamo il problema storico della sovranità limitata, che vuol dire democrazia limitata.

La sovranità nazionale menomata è un argomento-tabù, infatti.

Io credo che il fatto che non se ne parli sia dovuto ad una scelta trasversale, è scientifico. Se la gente avesse piena coscienza non ci sarebbero solo nuclei di resistenza, ma la lotta alle basi sarebbe un obbiettivo della politica. La responsabilità è di quest’ultima e del complesso militar-industriale italiano che con gli Stati Uniti, e penso in particolare a Finmeccanica, ha un patto: accondiscendenza in cambio della possibilità per le nostre imprese di esportare negli Usa.

A Vicenza si trova pure la sede della Gendarmeria Europea (Eurogendfor) nella caserma Chinotto. L’Europa è in stato di sudditanza rispetto agli Stati Uniti?

Non c’è più uno scenario da anni ’50 con gli Stati Uniti che dominano e gli altri paesi servi, le cose sono più articolate. Si è visto in Libia come ci siano conflitti interni all’Alleanza Atlantica, lo si vede oggi per Siria e Iran. In Africa, Washington deve contrastare la concorrenza di Cina e Russia, e anche una certa ricolonizzazione di Gran Bretagna e Francia. Sulla Gendarmeria bisogna far chiarezza: non è dell’Unione Europea, ma una polizia militare che nasce per un accordo fra pochi Stati europei. Il suo trattato istitutivo, approvato in Italia all’unanimità, conferisce poteri spropositati e in violazione dei principi costituzionali. Per capirci, se un magistrato italiano volesse verificare eventuali abusi non potrebbe neanche entrare nella Chinotto. Lì dentro si addestrano le unità di polizia per reprimere i conflitti sociali: laboratori in questo senso, ad esempio, sono l’Iraq e l’Afghanistan.

Esiste un legame fra Eurogendfor e US Africom?

Esiste: la Chinotto è gestita dai Carabinieri con i finanziamenti dell’Africom.

Il Pentagono non solo costruisce la nuova base al Dal Molin, ma nel Vicentino potenzia il sito Pluto di Longare, dove sorgerà un centro per l’addestramento di 5 mila metri quadrati. Così la stampa locale, che, evidentemente su fonti statunitensi, attribuisce al nuovo edificio un costo di 26,2 milioni di dollari. A Mazzeo quest’ultimo dato non convince.

Nel 2000 doveva essere convertito a uso civile, dal 2007 a oggi è stato pienamente operativo e quindi si tratta di un’accelerazione di un processo già avviato. Nel budget di previsione 2013, e cito dati ufficiali del Congresso, sono presenti due stanziamenti: “Camp Ederle Barracks”, ossia nuove caserme nella Ederle, che viene tutt’altro che dismessa o ridimensionata, del valore di 36 milioni di dollari, e “Army Italy Vicenza Simulations Center”, di 32 milioni di dollari (mentre ad Aviano andranno 9 milioni e 400 mila dollari per un centro di addestramento per gli F16). Il Simulations Center potrebbe corrispondere al nuovo centro di Longare, ma non combaciano le cifre. Un altro, ennesimo mistero di Site Pluto.

Articolo-intervista di Alessio Mannino, pubblicata su NuovaVicenza.it il 29 agosto 2012, http://www.nuovavicenza.it/2012/08/base-pluto-i-conti-non-tornano-la-denuncia-del-reporter-mazzeo/

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