Stati Uniti e P.M.A. donano mais transgenico al Guatemala

Secondo quanto denunciato dall'Alleanza Centroamericana in Difesa della Biodiversità, USAID e il Programma Mondiale per l'Alimentazione avrebbero inviato in Guatemala mais proibito per il consumo umano.

Una parte degli aiuti alimentari che il Guatemala sta ricevendo dall’Agenzia per la cooperazione internazionale degli Stati Uniti (USAID) e dal Programma Mondiale per l’Alimentazione (P.M.A.), conterrebbe mais transgenico il cui consumo è stato proibito in molti paesi.

La denuncia é stata presentata dalle organizzazioni nongovernative facenti parte dell’Alianza Centroamericana en Defensa de la Biodiversidad (Alleanza Centroamericana in Difesa della Biodiversità), nel corso di una conferenza stampa organizzata a Città del Guatemala.

Sotto accusa da parte delle associazioni ambientaliste il carico di mais inviato al paese centroamericano della varietà "Starlink", prodotto dalla impresa Aventis, il cui utilizzo per l’alimentazione umana é stato vietato dall’Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA), dopo aver causato gravi reazioni allergiche nei consumatori nordamericani. Il mais "Starlink" é oggi autorizzato solo per l’alimentazione di animali da allevamento.

Secondo l’Alianza Centroamericana en Defensa de la Biodiversidad, alcuni test effettuati sul mais donato ai dipartimenti di Huehuetenango, Alta Verapaz e Chiquimula, avrebbero inoltre provato l’esistenza della cosiddetta varietà "GA21", prodotto transgenico commercializzato dalla transnazionale Monsanto, il cui uso non è stato autorizzato nei paesi dell’Unione europea.

Alle gravi accuse del foro delle organizzazioni non governative ha risposto il consulente del Viceministro per la sicurezza alimentare, Daniel Cardona, il quale ha asserito che in Guatemala non è proibito l’ingresso di alimenti transgenici e "comunque le autorità non possiedono i mezzi per analizzare tutti gli aiuti che giungono in Guatemala".

"Il mais Starlink non si coltiva da anni negli Stati Uniti ed é assai strano che questa varietà sia comparsa nelle analisi", ha invece risposto l’addetta stampa dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Guatemala, Mary Thompson-Jones. La locale rappresentante del Programma Mondiale per l’Alimentazione, Guillermina Segura, ha invece negato di conoscere il contenuto della denuncia delle organizzazioni non governative, ribadendo che "sono tuttavia i paesi donanti e no il P.M.A. ad avere la responsabilità di adempiere a quanto previsto dalla legislazione internazionale in tema alimentare".
Articolo pubblicato in Terrelibere.org il 17 febbraio 2005

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