Ponte sullo Stretto: gara zoppa con defezioni e concorrenti-soci

Sono due le offerte presentate per la gara di affidamento della progettazione definitiva, esecutiva e la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina ed i suoi collegamenti stradali e ferroviari sul versante Calabria e Sicilia. A contendersi l’affare del secolo due raggruppamenti internazionali guidati dai colossi italiani Impregilo ed Astaldi. Anomale 'avversarie' due socie della Lega delle cooperative ‘rosse’.

Tutto come da copione. A contendersi la progettazione definitiva del Ponte sullo Stretto di Messina restano i raggruppamenti a guida Astaldi ed Impregilo, nonostante operatori finanziari e ingegneri avessero suggerito nei giorni scorsi che per le note difficoltà finanziarie e tecnico-esecutive della megaopera era forse meglio giungere alla presentazione di un’unica offerta. Ipotesi caldeggiata in particolare dai manager di Astaldi ma sempre fermamente respinta da Cesare Romiti, neoamministratore delegato Impregilo dopo la boccata di ossigeno e di milioni di euro concessi alla società di costruzioni dalle maggiori banche italiane e dal nuovo team di azionisti (Rocca-Gavio-Ligresti-Bonomi-Benetton).

Probabilmente ancora irritato dal tentativo di scalata degli azionisti Astaldi in Impregilo (tentativo naufragato con l’entrata in scena della nuova cordata azionaria), Romiti aveva respinto la proposta dei manager Astaldi di allearsi per presentare un’unica offerta per la gara del Ponte. "La forza di Impregilo è stata quella di scegliere pochi partner - aveva spiegato Romiti - perché se fossero tanti sarebbero portatori di difficoltà. Questa politica ha sempre portato a un’esecuzione rapida delle opere".

Di certo gli associati alla cordata guidata da Impregilo non sono comunque pochi: nell’associazione temporanea di imprese per ottenere il progetto per l’attraversamento stabile dello Stretto compaiono infatti la società spagnola Sacyr Vallehermoso S.A.U., la Società Italiana per Condotte D`Acqua, la Cooperativa Muratori & Cementisti-C.M.C. di Ravenna (membro di rilievo della Lega delle Cooperative), i giapponesi della Ishikawajima-Harima Heavy Industries CO, l’A.C.I. F.c.p.a - Consorzio Stabile.

Ancora più nutrito il raggruppamento d’imprese concorrente guidato dalla Astaldi di Roma. Vi partecipano la società spagnola Ferrovial Agroman (che appena un mese fa aveva ritirato la propria partecipazione all’associazione per poi ripresentarsi con bel il 35% della quota azionaria), le imprese italiane Vianini Lavori (Gruppo Caltagirone), Maire Engineering (ex Fiat Impresit), Grandi Lavori Fincosit e Ghella. In caso di aggiudicazione – ha dichiarato l’amministratore delegato Astaldi Vittorio Di Paola - è prevista la partecipazione alla Società di Progetto che verrà appositamente costituita per la realizzazione dell’opera di Nippon Steel Corporation e del Consorzio Cooperative Costruzioni – C.C.C. di Bologna (leader delle costruzioni della Lega delle Cooperative di cui la stessa “concorrente” CMC di Ravenna è socia).

Hanno concorso alla elaborazione progettuale dell’offerta di Astaldi la giapponese Chodai (progettista del ponte Akashi, attualmente il più lungo ponte sospeso del mondo) e le società di engineering Maunsell e Fhecor. Per gli aspetti tecnologici e costruttivi sono state coinvolte la Mitsubishi Heavy Industries e la Nippon Steel Corporation, leaders mondiali nel settore. "Lo studio Daniel Libeskind di New York – ha aggiunto Di Paola - autore, tra l’altro, degli interventi di recupero di Ground Zero a New York e del Jewish Museum di Berlino, ha curato gli aspetti architettonici e di inserimento ambientale dell’opera. Il comportamento aerodinamico della struttura è stato verificato mediante test in galleria del vento presso l’Università di Yokohama in Giappone e presso il Politecnico di Milano".

Trionfalistiche le prime dichiarazioni dei Signori del Ponte. "Si apre con oggi - ha commentato Pietro Ciucci, amministratore delegato della Società `Stretto di Messina` - la fase finale di gara per la realizzazione del ponte sullo Stretto. E` la più grande gara mai realizzata in Italia, ha un valore pari a 4,4 miliardi di euro e avviene mediante licitazione privata. Per quanto riguarda i criteri di aggiudicazione l’offerta economicamente più vantaggiosa sarà selezionata sulla base di: prezzo, organizzazione del General Contractor, valore tecnico ed estetico della varianti, costo di utilizzazione e manutenzione, riduzione dei tempi di esecuzione, maggiore quota delle imprese affidatarie nominate nonché maggiore entità del prefinanziamento".

"La Società - ha proseguito Pietro Ciucci - è impegnata al massimo nell’assicurare la trasparenza delle procedure e la par condicio tra tutti i concorrenti. A tale scopo la Società è certificata in qualità per l’intera gara e, per l’aggiudicazione, nominerà una Commissione giudicatrice indipendente formata prevalentemente da membri esterni, tra i quali il presidente. Entro il mese di giugno ci sarà l’avvio della terza gara, quella per il monitoraggio ambientale, confermando gli impegni annunciati e la forte attenzione della Società per l’ambiente e le ricadute socio-economiche dell’opera".

"Una gara per modo di dire" è stato invece il commento di Roberto Della Seta, presidente di Legambiente. "Il ritiro di tutte le imprese straniere a proposito delle due offerte presentate oggi dalle cordate Astaldi e Impregilo è un campanello d’allarme sulla fallacità del progetto sia dal punto di vista finanziario che da quello ambientale e geologico. Falsati i costi, sottovalutato l’impatto ambientale, scappate le imprese straniere, l’unica certezza che resta è la stangata sulle Ferrovie dello Stato di 100 milioni di euro l’anno per i prossimi trenta anni".

Di analogo tenore il giudizio del Wwf, che per bocca del membro della segreteria nazionale Gaetano Benedetto ha nuovamente chiesto al governo di fermare la gara: "La Stretto di Messina S.p.A. e il Governo si assumono la responsabilità di mettere a rischio ingenti fondi pubblici procedendo nella gara del General Contractor per la progettazione e la realizzazione del ponte sullo Stretto. La gara è azzoppata, come dimostra la presenza di solo due cordate per un’opera così importante, dalle numerose defezioni dei grandi gruppi europei e va sospesa in attesa dell’annullamento. Il Governo deve chiedere alla Stretto di Messina, concessionaria interamente partecipata da enti e aziende pubbliche, di non procedere".

"A tutti è evidente – continua il responsabile del Wwf - che esistono gravi problemi economici e finanziari (dipendenti dall’aumento del costo dei materiali, in particolare dell`acciaio, e dalla sottostima dei tempi dei cantieri e degli effetti delle 35 prescrizioni e raccomandazioni volute dal Cipe), tecnici (derivanti dalla sottovalutazione dei rischi geo-sismo-tettonici) e legali (per gli appetiti mafiosi già acclarati e per quelli futuri), per quel che riguarda la realizzazione dell’opera a più alto contenuto simbolico".

Secondo Gaetano Benedetto vi è poi "il rischio concreto che, nonostante le norme tampone contenute nella Finanziaria 2005, il costo di base dell’opera, rimasto sostanzialmente invariato dal 2001, sia ampiamente sottostimato, si calcolano incrementi tra 1,5 e 3 miliardi di euro". In più, il General Contractor, per le norme contenute nel decreto attuativo della Legge Obiettivo e secondo il bando di gara, "sarà autorizzato, senza alcun rischio proprio, ad anticipare il finanziamento dell’opera emettendo obbligazioni totalmente garantite dallo Stato per costruire un’infrastruttura che potrà sub-affidare a terzi senza alcun controllo".

Articolo pubblicato in Terrelibere.org il 25 maggio 2005

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